IL MIO AUGURIO DI UNA BUONA PASQUA, SOPRATTUTTO A COLORO CHE ORA SI SENTONO “FUORI”, “LONTANI”, “INDIFFERENTI”, MA ANCHE A COLORO CHE COME I FARISEI, SI ILLUDONO DI NON ESSERLO MAI STATI.
Lasciate che io pensi per un momento al Giuda che ho dentro di me, al Giuda che forse anche voi avete dentro, e lasciate che io domandi a Gesù: a Gesù che è in agonia, a Gesù che ci accetta come siamo. Lasciate che io gli domandi, come grazia pasquale, di chiamarmi…: “Amico”. Perché la Pasqua è questa parola, detta a un povero Giuda come me, detta a dei poveri Giuda come voi. Perché questa è la gioia: che Cristo ci ama, che Cristo ci perdona, che Cristo non vuole che noi ci disperiamo. Che per Cristo, anche quando noi ci rivolteremo tutti i momenti contro di Lui, anche quando lo bestemmieremo, anche quando rifiuteremo il sacerdote all’ultimo momento della nostra vita, ricordatevi che per Lui noi saremo sempre: “gli Amici”.