Lettera aperta ad Adriano Celentano

Lettera aperta ad Adriano Celentano

Non non parlano mai del paradiso, come a dare l’impressione che l’uomo sia nato solo per morire, ma le cose non stanno così. Siamo nati per vivere, ma che cazzo di vita è questa, con lo spread, l’economia, le guerre?”. (A. Celentano a San Remo)

Caro Adriano,
non ho capito tutto quello che hai detto e alcune cose non le condivido neppure. Sono convinto che Famiglia Cristiana Avvenire abbiano tutto il diritto di cittadinanza tra la stampa italiana. Perché tutti hanno diritto di esprimere le proprie opinioni, assumendosene sempre la responsabilità. E come credenti non possiamo neppure tirarci fori dal dibattito sui temi che riguardano la vita delle persone. Sono anche sicuro che non sei un lettore del quotidiano e della rivista, altrimenti avresti notato che entrambe da tempo provano a domandare “Siamo nati per vivere, ma che cazzo di vita è questa, con lo spread, l’economia, le guerre?“. Certamente utilizzando altre metafore. Mi è sembrata gratuita quella sparata sicuramente ad effetto, ma davvero senza stile.
Però queste parole rivolte ai preti e ai frati mi hanno provocato.  Non parlano mai del paradiso, come a dare l’impressione che l’uomo sia nato solo per morire“. Forse in questo hai un po’ di ragione, ma senza generalizzare troppo. Poiché anche se non tutti scrivono libri e vanno in televisione, preti e frati che parlano di paradiso e mettono al primo posto i poveri, ce ne sono. E ce ne sono molti. Però è vero. Noi preti e frati, e tutti i cristiani autentici insieme a noi, dovremmo parlare di più e meglio del paradiso, del senso della vita, di Dio e dell’eternità. Qualche tempo fa me lo ha fatto notare anche una mia amica. A volte nelle nostre comunità programmiamo, decidiamo, realizziamo e verifichiamo come se Dio non ci fosse, come se tutto dipendesse da noi e dalle nostre forze. Senza tenere in conto gli sbalzi dello Spirito, le sorprese della Provvidenza e la fantasia della Speranza. 
E allora, per quanto dipende da me, continuerò a leggere Avvenire, comincerò a leggere anche Famiglia Cristiana, cercherò di essere un prete più attento agli ultimi e parlerò come meglio posso di Gesù e del Paradiso. Provando ad imparare da te, da tanti miei amici preti e frati, da tanti credenti che incontro ogni giorno. Senza mai dire agli altri cosa devono o non devono fare. Se no, cadrei nel moralismo tanto lontano dalla Misericordia di Dio e dalle logiche del Suo Regno. 
Non ho neppure riletto quello che ho scritto di getto. Gli errori, sono da considerarsi come pause di silenzio.
don Dino Pirri

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