E poi rimani solo in aeroporto, solo in autostrada, solo in casa.
Dopo giorni di condivisione con tanti fratelli e sorelle.
O meglio. Non da solo. In silenzio.
Con Gesù che continua a sussurrarti all’orecchio i loro nomi.
E ti racconta le loro storie, e ridisegna i loro volti e la loro bellezza.
Da prete vivo sempre la nostalgia di dovermi separare
senza trattenere mai nessuno a me.
Ma assaporo anche la gratuità, l’intensità, la profondità di ogni incontro.
Senza fermarmi all’apparenza, ma provando a scendere all’essenziale.
A salire verso i sogni. A lasciarmi bagnare dalle lacrime.
Senza merito, tutto questo.
Senza averlo cercato, ogni dono.
Senza doverla comprendere, la Grazia.
In pochi giorni. Così tanto!
Grazie Gesù!
Accompagna i miei fratelli e le mie sorelle ogni giorno,
perdona la mia incapacità di osare oltre,
e continua a narrare ai miei silenzi le loro storie, i loro volti, i loro sogni.
Amen.