E una parte del seme cadde anche tra i sassi. Poiché ci sono quelli che proprio non ti vogliono ascoltare, ma ancora più insidiosa la schiera di coloro che ti ascoltano, ti dicono anche di sì, ma poi lo dicono anche a tutti gli altri. È il luogo dell’irrilevanza! Tanto è tutto uguale. Tutto immutabile. Tutto scontatone già deciso. E spesso è davvero così.
Due situazioni rappresentano bene il morbo della irrilevanza. Quando in campagna elettorale qualche candidato mi chiede il voto, e allora per cortesia, o convenienza, si dice di sì a tutti. Anche perché si va facendo strada il sospetto che comunque vada né cambierà nulla, né si può scalfire un sistema ridotto a compromessi e convenienze discutibili.
Poi ci sono gli opinionisti alla TV, chiamati a discutere sul tutto e su niente, tanto per dire qualcosa. Tutti dicono di rispettare le idee di tutti. Senza mai provare a individuare un visione comune e condivisibile. Spesso senza rispettare le persone che esprimono le idee. Non ho vergogna di confessare che proprio non riesco a rispettare le idee di tutti. Invece le persone, anche di idee diverse o contrarie alle mie, vorrei rispettarle sempre. Comunque la logica è più o meno questa: “Tu parla quanto ti pare, di’ quello che vuoi!”. Tanto per me è irrilevante, non ti prendo in considerazione, non cambia nulla in me dopo averti incontrato e ascoltato.
Così il mondo, secondo cui la fede è affare privato, irrilevante. Non importa in chi credi o in che cosa. Tanto è uguale! La vita è un’altra cosa. Una cosa seria. Una cosa vera. Molti cristiani ne sono convinti. Anche quelli “vicini alle sacristie”. Forse anche qualche prete? Quando davanti a questioni essenziali, o addirittura davanti alla Parola di Dio, si dice: Tanto è uguale! Non è importante!
Peggio ancora quando andando a qualche incontro ecclesiale, partecipando al consiglio pastorale, oppure ad un convegno, ad un sinodo, e persino alla celebrazione eucaristica, poi siamo convinti, magari nel profondo del cuore che: “Tanto è uguale. Tutto rimane come prima. Non serve a niente”.
E invece no! Non è uguale o inutile o irrilevante! Perché Dio ha deciso di scommettere anche su di me. Ha scelto le nostre comunità per abitare la storia. E Dio non sbaglia mai. Il suo amore per me, davvero, non è irrilevante.
(tratto da Dino Pirri, Dalla sacrestia a Gerico, ed Ave)