Il tempo scandisce una storia, conosce un passato, un presente e un futuro, il tempo assume la figura dell’itinerario, del cammino. E l’uomo può essere detto: viatore, in cammino. La coscienza cristiana, per voce del filosofo e martire San Giustino, reagisce alla concezione ciclica del tempo scorgendovi la condanna di un cammino di speranza e di libertà: «Come potrebbero temere o sperare coloro che annunziano al futuri le stesse cose e dicono che io e tu vivremo nuovamente allo stesso modo, né migliori né peggiori?». La coscienza cristiana… «avverte che l’eternità è già nel tempo. C’è un evento, un oggi che, inserito in una concezione lineare e non ciclica della temporalità, ha segnato irrevocabilmente il tempo a partire da qualcosa che è fuori del tempo». Entriamo, allora, nel terzo millennio non come in un labirinto ossessivo e disperato ma come in un cammino sicuro che innumerevoli generazioni di credenti hanno prima di noi compiuto. Continuiamo il nostro cammino nella luce…
(Carlo Maria Martini, da Segno nel mondo, gennaio 2001)