Comincia con una domanda. Il seguito non è stata una risposta, ma stupore. Reciproco.
Sguardo inquietante, che ti cerca dentro, con curiosità. Se le stai appresso per qualche ora, scopri una piena di gesti di attenzione. Verso chiunque. E mentre ordina da mangiare a ristorante, ti racconta la sua Vita. Quasi a confonderla in mezzo alle solite cose.
Pensavo che mordesse. Invece ti abbraccia e ti bacia, come chi ti vuol bene davvero. La sua non è mai cortesia, ma passione e curiosità. È Tiziana.
Non ho ancora capito come avesse il taglio di capelli, ma ormai lo ha cambiato. Di lei so poco o nulla. Soprattutto ascolta. Ascolta con gli occhi. Come se si fermasse a scrutare da lontano le tue parole, i tuoi gesti, i tuoi occhi. Non per giudicarti. Per non interrompere, per non scoprirsi troppo. Non è timidezza, ma tenerezza.
Credo che lei se le senta ancora addosso le catene attorno al collo, di quando ha interpretato il Cristo. E continua a scalciare. Forse in silenzio. Con gli occhi. L’ho sentito nell’ultima stretta di mano. È Michela.
Loro sono le Lucidosottile. Ci siamo incontrati si Twitter una sera. Abbiamo mangiato insieme, più che parlato. Ma lo abbiamo fatto cuore a cuore.
Se ci fossimo fermati all’apparenza? Loro attrici di una rappresentazione “controversa”, da alcuni ritenute blasfeme. Io, rappresentante di un’istituzione a loro poco simpatica. Se ci lasciamo impedire dall’apparenza, davvero siamo lontani da Dio, che guarda il cuore di ogni persona e l’essenziale di ogni storia. E ogni persona e ogni storia, benedice. Sempre.