Non importa se benedetti!

Non importa se benedetti!

Occorrono dei santi. Tutti ormai riconoscono che la salvezza dipende dal numero di essi, dal loro coraggio e dal loro sforzo. Il mondo cerca, con angoscia, non soltanto dei giusti, che grazie a Dio non mancano nella chiesa, ma una generazione di giusti che valga anche per la città e ne corregga le istituzioni e i costumi secondo le regole della giustizia eterna del Vangelo.

Oh, se noi cristiani, in quest’ora grave, sentissimo il dovere di essere anche dei “cittadini e degli uomini”, di vivere cioè sulla pubblica piazza, più che all’ombra delle sacrestie, di confonderci con la folla invece di fuggirla, amarla invece di sconfessarla, di parlarle attraverso tutte le voci che essa intende e nel linguaggio che essa comprende, di contendere con ardente carità il posto a quelli che pretendono di condurla e la conducono male; se comprendessimo, in una parola, che il nostro dovere è quello di essere “il lievito della pasta”, più che dei bei torniti panini, non importa se benedetti, ma coi quali non si può nutrire una moltitudine affamata!

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